Addio smart working, benvenuto
Home Office.

La filosofia

Nell’ultimo anno la nostra vita è cambiata. Questa condizione può essere vista non solo come motivo di allarme, ma anche come una chance di adattamento. Pensiamo solo alla diffusione capillare dello “smart working”.

Se all’inizio dell’emergenza il lavoro a distanza – “remote working”, secondo la definizione più corretta – ci ha lasciato addosso la sensazione di una corsa ai ripari, oggi può essere concepito non in modo sbrigativo ma in chiave più evoluta, razionale e human oriented, cioè nel rispetto delle nostre abitudini, dei nostri tempi, dei nostri habitat.

È la filosofia “Home Office”.

La casa

“Home Office” non punta tutto sul “che cosa” ma ripensa prima di tutto al “dove”: si concentra infatti sul nostro luogo più importante, la casa, per costruirci intorno un modello di ambiente professionale in linea con la disposizione degli spazi, l’indispensabile ergonomia, l’urgenza vitale di comfort e benessere.

In sintesi, invece di sostituire frettolosamente la scrivania dell’ufficio con il tavolo dello studio, l’Home Office ricrea un angolo di ufficio in casa secondo un sistema di regole personalizzabili, certo, ma rigorose.

In concreto considera il fattore tempo, ovvero se questo tipo di esigenza sarà temporanea o permanente, per concentrarsi su una serie di punti essenziali quali:

• La luce
• I colori
• Il comfort
• L’ergonomia
• L’armonia delle componenti

che insieme costituiscono un “sistema” pensato per favorire il benessere quotidiano del professionista a casa.

L’organizzazione

Arrivati fin qui, perché non saperne di più?

In questo spazio affronteremo alcuni aspetti centrali, da come organizzare l’illuminazione all’utilizzo più funzionale dell’arredo, fino alle regole base per lavorare in tutta comodità.

Perché il mondo cambia, ma non il nostro modo di sentirci a casa. E di lavorarci.